Secondo gli ultimi dati Ispra, i rifiuti speciali in Italia sono oltre 134 milioni di tonnellate, il che vuol dire più di quattro volte e mezzo gli urbani (29,6 milioni di tonnellate). Pur non essendo una novità, la fotografia fatta dal Rapporto rifiuti speciali 2014 è utile per porre ancora una volta l’accento sulle enormi quantità di materiali che devono trovare una gestione sostenibile. Scendiamo nel particolare per capire meglio quali siano i flussi. «Il 31,7% della produzione del 2012 – si legge nel Rapporto dell’Ispra – è costituita dai rifiuti prodotti dal trattamento dei rifiuti e delle acque reflue, mentre una percentuale pari al 19,2% è rappresentata dai rifiuti che raggruppano, tra gli altri, i veicoli fuori uso, le apparecchiature elettriche ed elettroniche, le batterie ed accumulatori. I rifiuti afferenti al comparto chimico rappresentano il 12,7% del totale prodotto, quelli derivanti dalle operazioni di costruzione e demolizione, il 9,1%». E ancora: «La forma di gestione prevalente è rappresentata dal recupero di materia, con il 62,1% del totale dei rifiuti gestiti, seguono le altre operazioni di smaltimento (trattamento chimico-fisico e biologico, raggruppamento preliminare e ricondizionamento preliminare) con il 14%, la messa in riserva con il 12,5% e lo smaltimento in discarica con l’8,4%».