“Rifiuti urbani, solo la punta dell’iceberg”
18/02/2015

«Quando comunemente si parla di rifiuti si fa riferimento agli urbani prodotti nelle nostre case, dimenticando che l’80% dei rifiuti è rappresentato dagli speciali». E’ questo uno dei passaggi chiave delle lectio magistralis del presidente dell’Ispra, Bernardo De Bernardinis, tenuta venerdì scorso a Pisa nell’ambito della presentazione del “Master in gestione e controllo dell’ambiente”. Grande interesse, secondo De Bernardinis, è quindi rivolto alla punta dell’iceberg mentre la maggior parte dei rifiuti non gode della necessaria attenzione. I numeri, anche nella nostra regione, parlano chiaro: in Toscana, i rifiuti urbani sono 2,4 milioni di tonnellate (22% del totale), a fronte degli 8,6 milioni (76% del totale) degli speciali. Queste cifre, secondo il presidente di Revet Valerio Caramassi, sono comunque ancora lontane dalla realtà. «Basta incrociare le cifre ufficiali, con i flussi di materia contabilizzati dall’Istat, che ammontano a circa 70 milioni di tonnellate, per capire che sul fronte conoscenza dei dati c’è ancora molto da fare», ha dichiarato Caramassi. Anche secondo De Bernardinis, al di là delle gestione della differenziata post-consumo, vi è un mondo che deve essere ancora quantificato con precisione. «Uno dei sistemi per conoscere i reali flussi dei rifiuti è il Sistri, ma non è ancora stato attivato e siamo dunque obbligati ad affidarci a delle stime», ha dichiarato De Bernardinis. In ogni caso, secondo il presidente di Confservizi Cispel Toscana, Alfredo De Girolamo, una gestione corretta degli speciali, non può prescindere da adeguate dotazioni impiantistiche. «E’ importante chiudere il cerchio del trattamento dei rifiuti speciali all’interno della Toscana secondo il principio di prossimità, realizzando nuovi impianti (fanghi, pulper, rifiuti pericolosi) e utilizzando meglio, anche per i flussi di rifiuti speciali, gli impianti esistenti e previsti per la gestione dei rifiuti urbani – ha spiegato De Girolamo – in una logica di interazione fortemente voluta dal nuovi Piano regionale di gestione dei rifiuti, a partire proprio dalla gestione dei fanghi di depurazione civile».
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