FONTE: Ufficio Stampa Scarlino Energia
In merito alle notizie apparse su alcuni quotidiani locali, l'Azienda precisa che la ricostruzione dell'avvocato Roberto Fazzi relativa al periodo di attività del termovalorizzatore degli ultimi 6 mesi e all'anomalia emissiva verificatasi il 15 maggio, non corrisponde al vero. In particolare ci tiene a sottolineare che è falsa l'affermazione secondo la quale «il disastro ambientale si è sistematicamente e mediamente ripetuto tutti i giorni in cui l'impianto ha funzionato». Al fine di fare luce su tali dichiarazioni che evidenziano un uso allarmistico e strumentale delle informazioni contenute nel Rapporto ispettivo elaborato da Arpat, è necessario soffermarsi su alcuni elementi dello stesso Rapporto. Per quanto riguarda le emissioni totali di diossine, l'affermazione dell'avvocato Fazzi non corrisponde al vero in quanto secondo i calcoli effettuati dall'azienda sulla base dei dati pubblicati da Arpat, la quantità totale di diossina emessa nel periodo di attività a partire dall'11 dicembre del 2012 è pari alla metà di quanto consentito dall'Autorizzazione integrata ambientale. Da ciò risulta chiaro che non si è verificato alcun "disastro ambientale" che possa in alcun modo giustificare i toni terroristici utilizzati per la diffusione di notizie prive di fondamento. In relazione alla linea 2, si precisa, inoltre, che i primi tre campionamenti che coprono il periodo che va dall'11 dicembre al 5 marzo sono nei limiti di legge. Nello stesso arco temporale, l'unica rilevazione "non conforme" è legata a un periodo di effettuazione del controllo nel quale l'attività della linea è stata sottoposta a prove specifiche che, secondo l'Arpat, non escludono "l'influenza di tali prove sull'entità di tale dato". Relativamente al periodo dal 2 al 30 aprile, il campionamento risulta nella norma. Per quanto attiene l'infamante accusa rivolta all'Azienda di aver omesso colpevolmente di comunicare i dati ricevuti il giorno 8 aprile, i quali avrebbero confermato lo sforamento di diossina, si precisa che a tale data i valori relativi alla linea 2 erano abbondantemente al di sotto del limite, come riscontrato nel rapporto di Arpat. Non corrisponde dunque al vero l'affermazione dell'avvocato Fazzi secondo la quale Scarlino Energia «sapeva di quelle emissioni ma non ha fatto nulla». Sul fronte del sistema di campionamento, Scarlino Energia evidenzia che, come riportato da Arpat nell'informativa pubblicata sul sito web dell'Agenzia (Arpat news), i dati del sistema di campionamento in continuo delle diossine (Amesa) non sono utilizzabili per la verifica del rispetto dei limiti emissivi. La delibera regionale Dgrt 272/2008, infatti, definisce tale controllo come «uno strumento di valutazione a livello sperimentale dell'andamento degli inquinanti nel tempo, di stima delle emissioni annue, ma non di utilizzo alternativo al metodo ufficiale». Oltre ad aver tempestivamente informato l'Ente di controllo (Arpat) e l'Autorità competente (Provincia di Grosseto) l'Azienda rivendica, quindi, di aver rispettato sia tutti gli obblighi prescritti dalla normativa e dall'Aia sulle comunicazioni dell'anomalia emissiva del 15 maggio, che le procedure previste per quanto riguarda i dati Amesa. Sull'anomalia emissiva del 15 maggio, si informa che l'Azienda, coadiuvata da esperti nazionale del settore, ha compiuto alcune analisi e valutazioni ed ha elaborato una relazione tecnica sulle possibili cause del rilevamento. Sulla base di tali approfondimenti sono state effettuate manutenzioni straordinarie sull'impianto e alcuni interventi di ulteriore potenziamento delle opere di abbattimento fumi. In seguito alla ripartenza saranno eseguiti controlli e verifiche (i cui risultati verranno condivisi con Arpat) finalizzati a una implementazione del monitoraggio delle linee. L'Azienda ha dato mandato ai propri avvocati di promuovere tutte le azioni legali nei confronti di coloro hanno rivolto accuse infondate contro la Società nonché contro chi si è reso responsabile, attraverso dichiarazioni mendaci, di un procurato allarme.
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