Pil mondiale, con il 36% di rinnovabili una crescita di 1,3 trilioni di dollari
20/01/2016

Se il petrolio è ai minimi storici, per le rinnovabili ci sono buone prospettive di crescita con positive conseguenze sociali e occupazionali, oltre che ambientali. Secondo il rapporto “Renewable Energy Benefits: Measuring the Economics”, presentato alla sesta Assemblea dell’International Renewable Energy Agency (Irena), «il raggiungimento entro il 2030 di una quota del 36% energie rinnovabili nel mix energetico globale,  aumenterebbe il prodotto interno lordo globale (Pil) fino all’1,1%, circa 1.300 miliardi di dollari». Il rapporto fornisce la prima stima globale degli impatti macroeconomici dello sviluppo delle energie rinnovabili e, in particolare, delinea i vantaggi che si otterrebbero con il raddoppio della percentuale dell’energia rinnovabile entro il 2030 rispetto ai livelli del 2010. Oltre a scoprire che il Pil mondiale nel 2030 potrebbe aumentare di 1.300 miliardi, secondo l’indagine «il Giappone vedrebbe  il maggiore impatto positivo sul PIl (2,3%), ma anche Australia, Brasile, Germania, Messico, Sudafrica e Corea del Sud  potrebbero avere ognuno una crescita di oltre l’1%». Le ricadute sarebbero molto positive, non solo per l’ambiente, ma anche per l’occupazione e più in generale dal punto di vista sociale. «L’impatto dell’implementazione delle energie rinnovabili sul benessere è stimato essere 3-4 volte più grande rispetto al suo impatto sul Pil – dice Irena – Con il benessere globale che crescerebbe fino al 3,7%, l'occupazione nell’industria delle energie rinnovabili potrebbe anche aumentare dai 9,2 milioni di posti di oggi a livello globale, a più di 24 milioni entro il 2030».
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