Rifiuti:da industria riciclo 10mln ton ‘nuove’ materie prime
20/12/2016

Industria del riciclo dei rifiuti più forte (nel 2015 il 67%), tanto da confermarsi come caposaldo dell’economia circolare: oltre 15 milioni di tonnellate carta, vetro, plastica, legno e organico vengono trasformate in 10,6 milioni di tonnellate di ‘nuove’ materie prime. Questo il dato che emerge dal rapporto annuale ‘L’Italia del riciclo’ 2016, promosso e realizzato da Fise Unire (l’associazione che rappresenta le aziende del recupero rifiuti) e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, presentato stamattina nel corso di un convegno a Roma.

Lo studio mette in evidenza come sia cresciuto il recupero di imballaggi (più 5%; 8,2 milioni di tonnellate, erano 7,8 nel 2014) e il flusso di materie prime seconde, oltre al consolidamento delle filiere del recupero di apparecchiature elettriche ed elettroniche (che supera l’obiettivo dei 4 kg ad abitante l’anno, e intercetta il 41% dell’immesso al consumo), e della frazione organica (più 5%). Ma sono tutte le filiere a mostrare indici in crescita, ad eccezione dell’alluminio che vede diminuire le tonnellate avviate a riciclo (meno 1%) e la percentuale di riciclo sull’immesso a consumo (meno 4%).

Conferma di eccellenza per il tasso di riciclo di carta (80%), acciaio (73,4%), vetro (71%) e alluminio (70%); registrano percentuali di crescita più elevate i quantitativi avviati a recupero di plastica (più 10%) e legno (più 5%). Buoni segnali arrivano anche dal riciclo di pneumatici fuori uso. Il tasso di reimpiego e riciclo di veicoli fuori uso raggiunge l’83% del peso medio.

Rifiuti: Ronchi, meno scarti e più riciclo per competitività
“L’uso efficiente dell’energia e dei materiali sono ormai indispensabili fattori non solo di qualità ambientale, ma di competitività economica. Occorre quindi produrre sempre meno scarti e meno rifiuti e riciclare il massimo possibile”. Lo ha affermato Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, commentando il rapporto sul riciclo 2016, presentato a Roma.
“Le imprese italiane hanno ormai raggiunto il livello di eccellenza in Europa con il riciclo del 72% dei rifiuti speciali – ha aggiunto Ronchi – lo stesso livello di eccellenza deve essere raggiunto anche nel riciclo dei rifiuti urbani (al 43%), sulla scia positiva di quello degli imballaggi oggi al 67% dell’immesso al consumo”. “Ciò richiederà politiche mirate per recuperare i ritardi in alcune Regioni del Sud – ha conclude – e maggiore attenzione alle filiere industriali del riciclo per il loro ruolo strategico”.

Rifiuti: Fise Unire, bene Italia ma ora risolvere nodi
L’Italia ha compiuto “notevoli progressi nel campo del riciclo grazie a un settore virtuoso e dinamico; una vera circolarità delle risorse non è stata ancora pienamente realizzata. Potrà esserlo solo a patto che si affrontino e si risolvano alcuni nodi da tempo irrisolti”. Così il presidente di Fise Unire (l’associazione che rappresenta le aziende del recupero rifiuti) Andrea Fluttero commenta il rapporto 2016 sul riciclo presentato a Roma. Tra i punti che andrebbero risolti, Fluttero individua per esempio “le regole, che devono essere certe, chiare e stabili nel tempo, la semplificazione complessiva del settore, la migliore definizione del sistema consortile, che deve diventare sempre più sussidiario al mercato, il problema delle esportazioni e la necessità di sviluppare ricerca ed innovazione tecnologica”. “Tutti elementi indispensabili per dare ulteriore slancio al settore – osserva – e senza i quali sarà difficile migliorare i risultati del nostro settore sia dal punto di vista economico che ambientale”.

FONTE: ANSA
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